Solitudine…Riflessioni e Mie Micro Poesie!

Danny O'Connor

 

Occhi Chiusi

Oggi

ad occhi chiusi

nascondo

la mia imperfetta solitudine

© Paola Cinzia Marrone

 

Addio

Intrappolata dalla solitudine

ascoltando i miei pensieri

 pensando solo a me stessa

gli dico addio

© Paola Cinzia Marrone

 

Danny O'Connor

 Capire 

Apprezzo immensamente la solitudine

voglio stare da sola

sola con me stessa,

per capire qual’è il percorso del mio destino

© Paola Cinzia Marrone

 

Foglia 

Sono sola,

 come una foglia d’autunno,

rimasta sull’ albero in inverno,

non sento il cinguettio degli uccelli,

e la tristezza fa scorrere le lacrime,

© Paola Cinzia Marrone

Vorrei condividere con voi una di quelle sensazioni molto intense che si annidano nella mente sopite per la maggior parte del tempo quotidiano ma dirompenti quando la barriera della coscienza cede all’imperativo espressivo…la sensazione unica ed inconfondibile della solitudine.

Se vi chiedete il perché sappiate che non ho una risposta penso però…che il parlarne ci può giovare.

La solitudine è tanto misteriosa quanto affascinante…amata, odiata e ricercata ha contribuito al destino degli uomini, ma…concedetemi una pausa…non vorrei parlare della solitudine dei grandi uomini,ma di quella più semplice che ci accompagna quotidianamente..di quella nostra…di quella mia…perchè sono certa che esiste una solitudine comune che da quando nasciamo la solitudine ci accompagna…

è una cosa bella…è una cosa brutta?

ma…sicuramente è necessaria!

 

Proponendomi di raccontare le quotidiane sensazioni sulla solitudine, ho provato ad osservare quante volte, nell’arco di una sola giornata della mia vita, mi sono sentita sola.

Ho avuto un sussulto, quando, alzandomi la mattina, mi sono resa conto che avevo trascorso la notte da sola….è pur  vero chi sogni mi hanno tenuto compagnia nella notte, ma al mio risveglio  non avevo che me stessa  rannicchiata in un lato del letto….sarà una banalità, ma di quante banalità è fatta la nostra giornata.

Avete mai osservato le persone per la strada che si afferrano per mano? 

È un gesto unico, di profondo affetto. È un modo per stare vicino ad un altro. È un modo per sentirsi vicini alle persone che si amiamo.

Quante volte, però, la mano tesa non ha ricevuto risposta?

Perché si, perché no, poco importa. In quegli attimi, il tempo acquista significato e la nostra capacità di vivere la solitudine è messa a confronto con la nostra natura più intima.

È dunque nel destino dell’uomo avvertire la solitudine, anche nei piccoli gesti quotidiani, come quello di salutare un amico che si congeda…non sempre ne rimaniamo traumatizzati….la storia ci ha insegnato quanta forza si può acquisire dal restare solo. L’impossibilità di esprimersi, provocata da situazioni forzate, ha permesso a Dostoevskij il recupero di forze spirituali che gli ha permesso di sopportare la prigionia e di scrivere opere memorabili. Lo stesso Beethoven, ha dato alla luce la sua opera più geniale nel silenzio fisico.

Gli orientali affermano che “dal fango può nascere un fior di loto” noi, possiamo affermare con altrettanta enfasi che“dalla solitudine può nascere la creatività”. Allora la solitudine non è solo rifiutata, ma ricercata. Mi riferisco alla solitudine feconda quella che non scade in isolamento e che permette di realizzare dei veri incontri, prima tra tutto quello con se stessi….nasce allora la fiducia, costruita con gli anni, sicuri d’avere uno spazio, prima mentale che fisico, dove è possibile integrare i pensieri con i sentimenti. 

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